«Nelle pieghe delle circolari della Banca d’Italia s’annidano spesso tassi che superano la soglia di usura»

Una nota concessionaria di auto della Val di Magra  ha vinto una lunga battaglia giudiziaria contro Banca Mps. Il tribunale della Spezia, nel periodo compreso tra il 2001 e il 2010, ha accertato che, a fronte di interessi e commissioni per complessivi 320 mila euro, almeno 286 mila euro non erano dovuti perché addebitati arbitrariamente dalla banca oppure superiori alla soglia dell’usura con tassi che hanno sfiorato il 20 per cento. E il giudice Maria Grazia Barbuto ha pronunciato sentenza di condanna per la filiale del Monte dei Paschi di Sarzana, in accoglimento della domanda di accertamento del saldo relativo a rapporti di conto corrente presentata dalla società Guido srl in liquidazione, assistita dall’awocato sarzanese Alessandro Pontremoli.

Il giudice ha accertato l’applicazione di interessi usurari in alcuni trimestri, individuati da un’apposita consulenza tecnica svolta dal dottor Alberto Cerretti. La banca, oltre al pagamento di 286.972,81 euro, dovrà rifondere anche gli interessi legali e la rivalutazione monetaria.

Il tribunale di La Spezia ha pertanto affermato l’importante principio relativamente all’avvenuto superamento dei tassi soglia durante l’esecuzione del rapporto di conto corrente. L’istituto di credito ha concesso alla concessionaria nel corso degli anni diverse linee di credito mediante affidamenti cosiddetti di fatto «in alcun modo formalizzati per iscritto»; durante il rapporto contrattuale la banca «ha violato ruipetutamente la normativa in tema di contratti bancari in relazione alle linee di credito». E in particolare la mancata pattuizione dei tassi di interesse, con conseguente applicazione del tasso legale e illegittima capitalizzazione dei medesimi.

La strategia difensiva dell’avvocato Pontremoli, esperto in materia di contenzioso bancario, ha fatto centro: «Nelle pieghe delle circolari della Banca d’Italia – osserva Pontremoli -spesso si annida l’usura. E in questo caso a fronte di interessi e commissioni pagate per 320 mila euro, almeno 286 mila non erano dovuti perché addebitati arbitrariamente dalla banca oppure superiori alla soglia dell’usura. Tenuto conto delle commissioni, in alcuni trimestri i tassi effetti hanno sfiorato il 20%».